Partite iva, è boom di iscrizioni

Più 84 per cento. A tanto è ammontato l’incremento a novembre 2014, rispetto allo stesso mese del 2013, delle iscrizioni di nuove partite iva. Il dato è l’evidente e prevedibile conseguenza della riforma del Regime dei minimi contenuta nella Legge di stabilità 2015. Presumibilmente si tratta di contribuenti che si sono affrettati ad aprire la partita iva con lo scopo di rientrare nel vecchio regime, considerato da molti (a ragione) più conveniente rispetto al nuovo.

Nuovo Regime forfettario: fino a quando c’è tempo

Di fatto però c’è ancora tempo fino al 30 gennaio per sfuggire al nuovo regime forfettario: nella maggior parte dei casi infatti il vecchio Regime è più conveniente per quasi tutte le categorie professionali. Il primo motivo, tra tutti, è certamente l’aliquota agevolata del 5 per cento contro l’attuale 15.
La normativa prevede la possibilità di far parte del vecchio regime solo a patto che il contribuente:
1. sia in possesso dei relativi requisiti soggettivi e oggettivi previsti dal dlgs 98/2011;
2. chieda di avvalersi del regime agevolato previsto dal dlgs n.98/2011 abrogato dal comma 85 lettera b dell’articolo 1 della legge 190/ 2014;
3. dichiari come data di inizio attività il 31 dicembre 2014.

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Chi apre le partite iva

Più nel dettaglio, le partite iva aperte lo scorso novembre sono state 38.351, il 71,7 per cento delle quali riguardava persone fisiche, il 21,8 società di capitali, il 5,7 società di persone. Sempre consistente però è il commercio, con quasi un 25 per cento delle nuove aperture, seguito da attività professionali e ristorazione. Anche questi dati non fanno altro che confermare le ragioni del boom: si tratta dei settori, prime tra tutte le professioni, da cui sono arrivate le critiche più consistenti.

Le novità del nuovo Regime dei minimi

Nell’attesa di novità ricordiamo però le principali novità del nuovo regime:
1. introduce una serie di novità in materia di applicazione iva: la tassazione forfettaria del 15 per cento è sostitutiva di imposte dirette Irpef, Irap e addizionali e sul valore aggiunto, ma con regole specifiche in funzione delle diverse operazioni;
2. il nuovo tetto massimo di spesa per i beni strumentali non è più 15mila euro su base triennale ma sale a 20mila a chiusura esercizio. In base a quanto stabilito dal comma 1 della Legge di stabilità, inoltre, il tetto si computa al lordo degli ammortamenti, considerando anche i beni in locazione finanziaria, noleggio o comodato;
3. introduce semplificazioni sul fronte contributivo per imprenditori, artigiani e commercianti (ma non per i professionisti). Le novità sono presentate nei commi 23-31 dell’articolo 9 e comportano: aliquota forfettaria al 15 per cento, calcolo imponibile con sistema di coefficienti, abolizione dei limiti temporali o di età per la permanenza nel regime con tassazione semplificata oltre appunto a queste agevolazioni contributive. Il comma 30 in particolare prevede che gli imprenditori, per usufruire dell’agevolazione, debbano presentare una specifica dichiarazione all’Inps entro il 28 febbraio di ogni anno o comunque sempre all’inizio di una nuova attività. I versamenti per acconto e saldo devono essere effettuati entro gli stessi termini previsti per il pagamento delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi.

Va precisato infine che per il 2015 sono in vista novità preannunciate dal Governo Renzi. L’obiettivo? Correggere il tiro in seguito a specifiche richieste giunte da più parti.

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