Il grande giorno, di cui si parla da mesi, è arrivato: è scattato oggi l’obbligo per le aziende della fattura elettronica per le transazioni verso la Pubblica amministrazione centrale, obbligo che entro il 31 marzo 2015 sarà esteso a tutti gli enti locali. Ma la fatturazione elettronica non è solo un nuovo adempimento o un banale adeguamento tecnologico: si calcola infatti un risparmio di 1,5 miliardi di euro l’anno grazie alla semplice eliminazione delle fatture cartacee. Le conseguenze e l’impatto sulle attività quotidiane saranno molte: la diffusione della fattura elettronica contribuirà infatti a innescare un processo virtuoso di accelerazione delle procedure di ordine e acquisto, favorendo di conseguenza pagamenti più puntuali.
PA come un’azienda privata
«La fattura elettronica non è solo una grande trasformazione del modo di lavorare della Pubblica amministrazione», ha spiegato Anna Pia Sassano, dirigente dell’Agenzia delle entrate in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore. «Significa anche che per la prima volta lo Stato avrà piena contezza delle proprie spese: un vero e proprio controllo di gestione alla stregua di una qualsiasi grande azienda».
Obiettivo: ridurre i tempi di pagamento
È infatti la digitalizzazione a permettere questa innovazione, che si inserisce tra le iniziative previste dal Governo sul versante delle nuove tecnologie. Grazie al formato elettronico, ogni fattura sarà tracciata in modo univoco dalla stessa Agenzia delle entrate fino all’ufficio competente, che si occuperà del pagamento. Inoltre lo Stato potrà verificare mensilmente le spese delle pubbliche amministrazioni e la ragioneria generale dello Stato confrontare le fatture con i mandati di pagamento per individuare le amministrazioni ritardatarie, e prendere così provvedimenti nella direzione di una riduzione dei tempi di pagamento. Per conoscere maggiori dettagli su modalità, tecnologie e operatività quotidiana Fattura Sprint vi rimanda a un prossimo post.