Evasione e tecnologia: le 4 armi del governo

Il governo è impegnato nella lotta all’evasione e lo fa imbracciando l’arma della tecnologia. Il prossimo 30 giugno sarà presentato infatti il decreto di attuazione della delega fiscale approvata dal Parlamento contenente le linee guida dell’intera operazione. Il documento prevede alcune novità tecnologiche. Eccole.

1. Scontrino telematico. Sarà forse la più evidente. Trasferito in tempo reale all’Agenzia delle entrate, entrerà inizialmente in vigore nella grande distribuzione per poi essere esteso ad altri settori. Grazie a questo strumento l’Erario potrà verificare in automatico, e senza controlli sul territorio, gli importi delle vendite confrontarli con l’iva pagata e con l’ammontare dei rifornimenti di merce. Obiettivo: impedire ogni forma di evasione sul nascere.

2. Fatture elettroniche. L’obbligo per ogni transazione verso la Pubblica amministrazione centrale è in vigore dal 6 giugno scorso. In pratica ogni fattura emessa tra produttori, grossisti e commercianti al dettaglio sarà trasmessa automaticamente all’Agenzia delle entrate. Oggi l’iva ai livelli intermedi (cioè non a quello del consumatore finale) viene versata da chi vende ed emette fattura. Al contrario, con la fatturazione elettronica chi compra si addebiterà l’onere del versamento: così non sarà più possibile emettere fatture per operazioni non realmente effettuate.

3. Tracciabilità. Ci sono poi le tecnologie per la tracciabilità dei pagamenti verso liberi professionisti e commercianti. In questo secondo caso l’obbligo scatta con la fine di questo mese. Per i versamenti a saldo di prestazioni erogate da professionisti come medici e avvocati verrà introdotta invece una specifica carta di pagamento. Al vaglio inoltre una lotteria per chi possiede scontrini fiscali: le estrazioni saranno riservate a categorie specifiche di esercenti.

4. Pos per professionisti. Commercianti, artigiani e liberi professionisti sono obbligati invece ad adottare il Pos, il lettore di bancomat e carte per effettuare pagamenti senza cash. Obiettivo: fare in modo che gli importi incassati vengano alla luce con chiarezza e corrispondano all’imponibile iva e Irpef. I pagamenti ricevuti tramite Pos, e anche con la nuova carta di pagamento elettronica per professionisti, sono accreditati direttamente in banca dove i controlli sulle anagrafi dei movimenti impediranno ogni tentativo di evasione. A oggi è difficile sapere quanti hanno già installato un Pos, tuttavia secondo una stima di Confartigianato le imprese artigiane che ancora non si sono adeguate sono due milioni e mezzo almeno: «Esistono difficoltà operative», ha spiegato al Sole 24 Ore Bruno Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato, «perché non tutte le banche offrono questi strumenti. Inoltre la presenza del costo a forfait rende questo mezzo di pagamento antieconomico quando si parla di piccoli importi». Le polemiche sono iniziate ufficialmente, quindi. Eppure i vantaggi dovrebbero (almeno sulla carta) convincere tutti.

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